2030: tutti gli immobili almeno in classe E

È la nuova direttiva UE che sta facendo molto discutere tutti i proprietari di immobili e che richiede, entro il 2030, una ristrutturazione che porti tutte le case in classe energetica E.
Ed è solo il primo step di un programma ambizioso e deciso che prevede di portare, entro il 2050, tutte le abitazioni a emissione zero. Cosa significa? E cosa comporta per i proprietari?
Se consideriamo solo l’Unione Europea, gli edifici sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra legate all'energia, da qui la proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia (Energy Performance of Building Directive – Epbd) del Consiglio Europeo, che ha l'obiettivo di spingere alla riqualificazione dell’intero parco immobiliare europeo per eliminare gradualmente gli edifici con le prestazioni energetiche peggiori.
La proposta è parte integrante del pacchetto UE sul clima Fit for 55, ed è al centro dei negoziati tra Consiglio UE, Europarlamento e Commissione, per pervenire all’adozione di un testo comune.
Edifici esistenti
In questo caso gli Stati membri hanno optato per l’introduzione di standard minimi di prestazione energetica corrispondenti alla quantità massima di energia primaria che gli edifici possono utilizzare per m² all'anno.
Per gli edifici non residenziali esistenti, gli Stati hanno previsto soglie massime di prestazione energetica, basate sul consumo di energia primaria e pari al 15% entro il 2030 e al 25% entro il 2034. Le soglie dovranno essere stabilite sulla base del consumo energetico del parco immobiliare nazionale al 1 gennaio 2020 e potranno essere differenziate a seconda delle diverse categorie di edifici.
Gli obiettivi di efficientamento
Primo obiettivo: entro il 2030 tutte le case e gli appartamenti in Europa dovranno raggiungere la classe energetica E (consumi pari a 91-120 KWh al metro quadro).
Entro il 2033 il livello di efficienza energetica dovrà salire alla classe D (consumi pari a 71-90 KWh al metro quadro), con un taglio sui consumi del 25% circa.
Tra il 2040 ed il 2050 si dovrebbe tutti giungere ai tanto agognati edifici zero emissioni.
Questi gli obiettivi della proposta che, in quanto tale, andrà ancora discussa e, in molto sperano, modificata. Certamente l’efficientamento energetico è doveroso e i suoi benefici sarebbero tangibili per tutti, tuttavia va detto che queste ristrutturazioni, anche considerando i bonus di detrazione governativi, chiederebbero a molte famiglie un impegno economico non indifferente.
Cosa succede alle caldaie tradizionali
Le caldaie tradizionali, rispetto a quelle a condensazione, utilizzano molto più combustibile e quindi inquinano di più (oltre a richiedere un maggior dispendio economico in bolletta). Per favorire il passaggio ai nuovi modelli a condensazione,
La sostituzione della caldaia tradizionale con un nuovo modello a condensazione aiuta un immobile ad ottenere un risparmio energetico, e quindi ad ottenere una classe più alta di certificazione, come richiesto dal Governo, con le scadenze di cui sopra.
Attestati di prestazione energetica: cosa cambia
Si aggiunge la nuova categoria "A0", corrispondente agli edifici a emissioni zero e probabilmente anche la categoria "A+" corrispondente agli edifici che, oltre ad essere a emissioni zero, offrono un contributo alla rete energetica da rinnovabili in loco.
Nessuna sanzione (per il momento)
Ad oggi non sono previste sanzioni o limitazioni alla vendita e alla locazione degli immobili che non si adegueranno per tempo ai nuovi requisiti di classificazione previsti per i prossimi decenni.
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